Guidebook for Lecce

Cosimo Luigi
Guidebook for Lecce

La cucina salentina

La cucina salentina è una cucina povera ma molto gustosa. Gli ingredienti utilizzati sono pasta, grano, verdure selvatiche, ortaggi, pesce di piccolo taglio e porzioni di carni non pregiate; questi erano i protagonisti delle mense di contadini, pastori e pescatori. I piatti tipici della tradizione salentina sono la pasta fatta in casa, orecchiette e maccheroncini, le sagne torte, tagliatelle senza uovo ritorte su stesse, ciciri e tria, tagliatelle spezzate, alcune fritte, altre lessate, condite con i ceci. I condimenti tipici sono il sugo di pomodoro, quello con le costine di maiale, con le classiche polpette o con la carne di cavallo. Un classico della cucina salentina è la pasta con le cozze o con le vongole sia nella versione con sugo che in bianco. Il piatto che conquista tutti però è il purè di fave accompagnato con delle cicorie selvatiche o, in macanza, con quelle coltivate. Se siete vegetariani non avete alcun problema a mangiare qui ne Salento. La povertà dei nostri avi ha fatto si che venissero inventati del piatti strepitosi fatti con verdure selvatiche o coltivate, come ad esempio le paparine, la pianta del papavero che prima della fioritura viene prima lessate e poi stufata con olio bollente ed olive, o le rape 'nfucate, anch'esse stufate dopo averle lessate. Tra i secondi è possibile scegliere tra la carne al sugo, di manzo o maiale, usata per preparare il sugo per condire la pasta, i turcineddhi, involtini di interiora di agnello avvolti nel proprio budello e cotti alla griglia, i pezzetti di cavallo, usati come cibo di strada, che da sempre vengono serviti anche nei panini, il polpo alla pignata, polipo cotto cotto con pomodoro e verdure varie. Non è possibile non menzionare le fritture di ogni specie, dal pesce azzurro al polipo, dal calamaro alla seppia, dalle polpette alle verdure in pastella. Non è possibile parlare di secondi piatti senza ricordare i moniceddhi, lumache soffritte in olio con spezie e peperoncino. Una squisitezza per palati fini ed una esclusività salentina dove si alleva da secoli una particolare varietà di lumache adatte all'uso alimentare che, nelle prime giornate di pioggia autunnali escono dai loro rifugi sotterranei dopo il letargo estivo, vengono raccolte nelle campagne del Salento. Nessuno può dire di aver provato la cucina salentina senza aver assaggiato il crudo di mare alla salentina: ricci, cozze pelose, cozze nere, gamberi rossi di Gallipoli crudi, fasolari, carpacci di pesce vari, il tutto condito con limone e olio di oliva extravergine e da gustare con un rosato DOC di cui il Salento è un grande produttore. Nel dialetto salentino, per indicare il vino, oltre a "vinu" si usa più spesso la parola "mieru", che vuol dire "schietto". Tale aggettivo è dovuto al carattere vigoroso e intenso del vino prodotto nel Salento, carattere che portò i Romani a definirlo merum, cioè "vero", in contrapposizione a quello greco, più leggero e annacquato. L'importanza del vino è sottolineata dai festeggiamenti in onore di San Martino di Tours (11 novembre), giorno in cui la tradizione contadina vuole che il mosto si trasformi in vino. I festeggiamenti sono diffusi in tutto il Salento, ma si svolgono in famiglia e con amici e non in forma pubblica. La tradizione prevede che vengano stappate alcune bottiglie di vino imbottigliate durante la vendemmia precedente e l'assaggio del vino novello. A proposito di vino non si può non ricordare che nel Salento la produzione di vini è ampia e diffusa, ed i migliori di essi sono esportati in tutto il mondo, tanto che anche qui oramai si parla di turisno enologico. Tra i vitigni più coltivati ci sono il negroamaro, la malvasia, il primitivo, ma non mancano neppure il sangiovese, l'aleatico, il montepulciano, l'ottavianello. Non si può concludere un pasto senza uno dei tipici e fantasiosi dolci salentini che risentono dell'influenza del mondo orientale, in particolare bizantino ed arabo. La presenza di ingredienti quali le mandorle, del miele e della cannella è tipica di molte regioni del vicino oriente e delle coste del mar Mediterraneo. La pasta di mandorle è largamente usata, i dolci che si preparano a base di essa sono innumerevoli. Si consiglia di gustare quelli prodotte dalle suore di clausura. E' una tradizione consolidata tra i leccesi terminare il pranzo di Natale o quello di Pasqua rispettivamente con il pesce o con l'agnello di pasta di mandorla da loro prodotto. Nei giorni che precedono queste festività si formano lunghe file davanti al convento in attesa di poterli acquistare. Famosissimo è poi il pasticciotto, un dolce di pasta frolla con un cuore di crema al limone. Per gli amanti della pizza non si può non ricordare 400°, una pizzeria che figura stabilmente nella classifica delle migliori 50 pizzerie italiane che periodicamente i vari giornali pubblicano. Essa dista circa 600 metri dall'appartamento. Qui potrai gustare una pizza dai bordi alti come quella che preparano a Napoli. In questo locale non è possibile prenotare, ma all'arrivo bisogna mettersi in lista. Considerato che i salentini sono abituati a mangiare tardi, di solito l'attesa è breve se si arriva qualche minuto prima delle ore 20:00.
Questa osteria a conduzione familiare dista circa 75 metri dall'appartamento ed offre i piatti tipici ella cucina pugliese. Essa è molto apprezzata dai miei ospiti perché possono mangiare i piatti tipici della cucina salentina, come fave bianche e cicorie, parmigiana di melanzane, ciciri e tria, pasta fatta in casa con sugo e formaggio ricotta, ad un prezzo che raramente supera gli 8,00 € a piatto. Si consiglia di prenotare in particolare se si ha intenzione di cenare qui il sabato sera.
50 명의 현지인이 추천하는 곳
Osteria Da Angiulino
24 Via Principi di Savoia
50 명의 현지인이 추천하는 곳
Questa osteria a conduzione familiare dista circa 75 metri dall'appartamento ed offre i piatti tipici ella cucina pugliese. Essa è molto apprezzata dai miei ospiti perché possono mangiare i piatti tipici della cucina salentina, come fave bianche e cicorie, parmigiana di melanzane, ciciri e tria, pasta fatta in casa con sugo e formaggio ricotta, ad un prezzo che raramente supera gli 8,00 € a piatto. Si consiglia di prenotare in particolare se si ha intenzione di cenare qui il sabato sera.
La Locanda del Macellaio dista circa 400 metri dall'appartamento. Riprende il concetto delle macellerie con fornello tipico della zona di Brindisi e Taranto. All'ingresso è presente un grosso banco frigo nel quale sono esposte molte varietà di carne. Personalmente consiglio: - le bombette, strisce di carne arrotolate intorno ad un ripieno. E' possibile scegliere tra molte varietà, infatti possono essere ripiene di gorgonzola, scamorza affumicata, pomodori secchi, tartufo, capocollo, porcini ecc.. - gli straccetti, possono essere dolci e piccanti e sono dei pezzi di carne panati cotti allo spiedo. Questo tipo di cottura conferisce la fragranza tipica della frittura. In questa osteria è possibile mangiare solo carne con l'eccezione di qualche contorno come patate cotte alla brace, patate fritte, verdure grigliate ed insalata. Il costo per cenare non è elevato, e comunque dipende dalla quantità di carne che si chiede. Solitamente se si mangia in coppia la quantità giusta è di 400 grammi a persona. Se non doveste essere sazi potete sempre ordinarne dell'altra, mentre se dovesse essere troppa, la carne avanzata potrete portarla a casa. Solitamente, per le quantità indicate, non si spendono circa 20,00 € a persona. Si consiglia di prenotare, in particolare il sabato.
15 명의 현지인이 추천하는 곳
La Locanda Del Macellaio
37d Via Taranto
15 명의 현지인이 추천하는 곳
La Locanda del Macellaio dista circa 400 metri dall'appartamento. Riprende il concetto delle macellerie con fornello tipico della zona di Brindisi e Taranto. All'ingresso è presente un grosso banco frigo nel quale sono esposte molte varietà di carne. Personalmente consiglio: - le bombette, strisce di carne arrotolate intorno ad un ripieno. E' possibile scegliere tra molte varietà, infatti possono essere ripiene di gorgonzola, scamorza affumicata, pomodori secchi, tartufo, capocollo, porcini ecc.. - gli straccetti, possono essere dolci e piccanti e sono dei pezzi di carne panati cotti allo spiedo. Questo tipo di cottura conferisce la fragranza tipica della frittura. In questa osteria è possibile mangiare solo carne con l'eccezione di qualche contorno come patate cotte alla brace, patate fritte, verdure grigliate ed insalata. Il costo per cenare non è elevato, e comunque dipende dalla quantità di carne che si chiede. Solitamente se si mangia in coppia la quantità giusta è di 400 grammi a persona. Se non doveste essere sazi potete sempre ordinarne dell'altra, mentre se dovesse essere troppa, la carne avanzata potrete portarla a casa. Solitamente, per le quantità indicate, non si spendono circa 20,00 € a persona. Si consiglia di prenotare, in particolare il sabato.
La Vecchia osteria da Totu dista circa 400 metri dall'appartamento. Qui non solo è possibile mangiare i piatti della cucina tipica salentina, ma in particolari periodi dell'anno, anche pasta con i ricci di mare o tagliatelle con i porcini freschi. I miei ospiti mi dicono che qui mangiano molto bene. La prenotazione è sempre consigliata, in particolare il sabato.
34 명의 현지인이 추천하는 곳
La Vecchia Osteria da Totu
9 Viale Francesco Lo Re
34 명의 현지인이 추천하는 곳
La Vecchia osteria da Totu dista circa 400 metri dall'appartamento. Qui non solo è possibile mangiare i piatti della cucina tipica salentina, ma in particolari periodi dell'anno, anche pasta con i ricci di mare o tagliatelle con i porcini freschi. I miei ospiti mi dicono che qui mangiano molto bene. La prenotazione è sempre consigliata, in particolare il sabato.

Nelle vicinanze dell'appartamento

L'appartamento è situato in un vicolo molto tranquillo del centro storico ma al tempo stesso vicino a tutte le attrazioni ed ai servizi. Nela raggio di 400 metri sono disponibili ristoranti, bar, pub, monumenti, farmacie, sportelli bancari, edicole, parcheggi, negozi ecc.
Il parcheggio dista dall'appartamento circa 400 metri e si trova in via adua n° 3. Al costo di 7,50 € al giorno è possibile lasciare e prendere l'auto tutte le volte che lo si desidera. ATTENZIONE: il costo di 7,50 € giornalieri consentono la sosta dalle ore 00:00 alle ore 23:59 indipendentemente dall'orario di arrivo, pertanto dalle 00:01 scatta il giorno successivo. Poiché Solitamente chiude dalle ore 24:00 alle ore 6:00 del mattino, tuttavia è possibile lasciare e prendere l'auto telefonando al servizio notturno. Tale servizio è a pagamento.
Parcheggio Lecce
26 Viale dell'Università
Il parcheggio dista dall'appartamento circa 400 metri e si trova in via adua n° 3. Al costo di 7,50 € al giorno è possibile lasciare e prendere l'auto tutte le volte che lo si desidera. ATTENZIONE: il costo di 7,50 € giornalieri consentono la sosta dalle ore 00:00 alle ore 23:59 indipendentemente dall'orario di arrivo, pertanto dalle 00:01 scatta il giorno successivo. Poiché Solitamente chiude dalle ore 24:00 alle ore 6:00 del mattino, tuttavia è possibile lasciare e prendere l'auto telefonando al servizio notturno. Tale servizio è a pagamento.
Se durante il vostro soggiorno avete bisogno di servizi aggiuntivi potete rivolgervi ad una agenzia che mi è stata segnalata da alcuni miei ospiti. Loro si sono trovati molto bene, tanto da rimanerne entusiasti e da dirmi di consigliarla a tutti i miei ospiti. I servizi offerti sono davvero tantissimi, dalle escursioni a cavallo, a quelle in kayak, dal noleggio di una barca a quello di un'auto con o senza conducente, da un giro in mongolfiera ad una escursione in bicicletta, da corsi di cucina ad escursioni in Puglia e Basilicata come ad esempio Polignano a mare, Alberobello, Matera ecc., corsi di kite surf e tanti altri. Insomma tutto che tu vuoi fare loro lo organizzano per te. I costi sono ottimi ma in ogni caso vi consiglio di confrontarli con quelli di altri operatori. Quest'estate ho dovuto organizzare un trasferimento notturno per una mia ospite, mentre gli altri operatori e taxi mi chiedevano 100,00 € loro hanno fatto il servizio per 50,00 €. Per avere uno sconto su prezzi solitamente da loro applicati dovete usare questo codice: CGA3495. Se vuoi cercare il loro sito devi cercare su internet placenpeople, mentre se vuoi contattarli fallo attraverso il sito oppure contatta me, ti dirò come fare. Ricordati loro sono in grado di soddisfare ogni tua richiesta.
Salento Rent
14 Via Vittorio Emanuele II
Se durante il vostro soggiorno avete bisogno di servizi aggiuntivi potete rivolgervi ad una agenzia che mi è stata segnalata da alcuni miei ospiti. Loro si sono trovati molto bene, tanto da rimanerne entusiasti e da dirmi di consigliarla a tutti i miei ospiti. I servizi offerti sono davvero tantissimi, dalle escursioni a cavallo, a quelle in kayak, dal noleggio di una barca a quello di un'auto con o senza conducente, da un giro in mongolfiera ad una escursione in bicicletta, da corsi di cucina ad escursioni in Puglia e Basilicata come ad esempio Polignano a mare, Alberobello, Matera ecc., corsi di kite surf e tanti altri. Insomma tutto che tu vuoi fare loro lo organizzano per te. I costi sono ottimi ma in ogni caso vi consiglio di confrontarli con quelli di altri operatori. Quest'estate ho dovuto organizzare un trasferimento notturno per una mia ospite, mentre gli altri operatori e taxi mi chiedevano 100,00 € loro hanno fatto il servizio per 50,00 €. Per avere uno sconto su prezzi solitamente da loro applicati dovete usare questo codice: CGA3495. Se vuoi cercare il loro sito devi cercare su internet placenpeople, mentre se vuoi contattarli fallo attraverso il sito oppure contatta me, ti dirò come fare. Ricordati loro sono in grado di soddisfare ogni tua richiesta.

Arts & Culture

La bellezza della Basilica di Santa Croce è stata ulteriormente esaltata dai recenti lavori di restauro Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca. La facciata è composta da sei colonne a fusto liscio che sostengono la trabeazione e suddividono la struttura in cinque aree. Il portale maggiore, costruito nel 1606, presenta coppie di colonne corinzie ed espone le insegne di Filippo III di Spagna, di Maria d'Enghien e di Gualtieri VI di Brienne. Sulle porte laterali sono esposti gli stemmi della Congregazione dei Celestini. La trabeazione è sormontata da una successione di telamoni raffiguranti figure grottesche o animali fantastici e allegorici che sorreggono la balaustra, ornata di tredici putti abbracciati ai simboli del potere temporale (la corona) e spirituale (la tiara). Il secondo ordine della facciata è dominato dal grande rosone centrale di ispirazione romanica. Profilato da foglie di alloro e bacche presenta tre ordini a bassorilievo. Il rosone è ben evidenziato da due colonne corinzie, che separano la zona centrale da quelle laterali in cui sono delle nicchie con le statue di san Benedetto e Papa Celestino V. Guardando il rosone, alla sua sinistra (esattamente alle ore nove), si nota l'autoritratto di Antonio Zimbalo. Agli estremi, a chiudere il profilo del secondo ordine, si ergono due grandi statue femminili, simboleggianti la Fede e la Fortezza. Il timpano, col trionfo della Croce al centro, chiude superiormente la facciata. Seguendo il programma iconografico tipico della spiritualità benedettina (a cui i Celestini appartenevano) e agostiniana, la facciata, così come riportato dal cartiglio dedicatorio posto sul portale maggiore, raffigura il trionfo del Vessillo della Croce, con allusione, quindi all'esaltazione del sacro legno, la cui reliquia è conservata all'altare del transetto sinistro. Il complesso sistema figurativo dei telamoni che racchiude in sé tutte le culture e le provenienze umane (è raffigurata la Lupa capitolina, il dragone dei papa Borghese, soldati aragonesi e turchi) sottolinea la cattolicità della Chiesa e la potenza redentrice del Cristo su tutta l'umanità.
226 명의 현지인이 추천하는 곳
산타크로체 성당
1 Via Umberto I
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La bellezza della Basilica di Santa Croce è stata ulteriormente esaltata dai recenti lavori di restauro Nell'area dell'attuale basilica, Gualtieri VI di Brienne aveva già fondato un monastero nel XIV secolo, ma fu solo dopo la metà del XVI secolo che si decise di trasformare l'area in una zona monumentale. Per reperire il terreno si requisirono case e proprietà degli ebrei, cacciati dalla città nel 1510. I lavori per la costruzione della basilica si prolungarono per due secoli, fra il XVI e il XVII secolo, e videro coinvolti i più importanti architetti cittadini dell'epoca. La facciata è composta da sei colonne a fusto liscio che sostengono la trabeazione e suddividono la struttura in cinque aree. Il portale maggiore, costruito nel 1606, presenta coppie di colonne corinzie ed espone le insegne di Filippo III di Spagna, di Maria d'Enghien e di Gualtieri VI di Brienne. Sulle porte laterali sono esposti gli stemmi della Congregazione dei Celestini. La trabeazione è sormontata da una successione di telamoni raffiguranti figure grottesche o animali fantastici e allegorici che sorreggono la balaustra, ornata di tredici putti abbracciati ai simboli del potere temporale (la corona) e spirituale (la tiara). Il secondo ordine della facciata è dominato dal grande rosone centrale di ispirazione romanica. Profilato da foglie di alloro e bacche presenta tre ordini a bassorilievo. Il rosone è ben evidenziato da due colonne corinzie, che separano la zona centrale da quelle laterali in cui sono delle nicchie con le statue di san Benedetto e Papa Celestino V. Guardando il rosone, alla sua sinistra (esattamente alle ore nove), si nota l'autoritratto di Antonio Zimbalo. Agli estremi, a chiudere il profilo del secondo ordine, si ergono due grandi statue femminili, simboleggianti la Fede e la Fortezza. Il timpano, col trionfo della Croce al centro, chiude superiormente la facciata. Seguendo il programma iconografico tipico della spiritualità benedettina (a cui i Celestini appartenevano) e agostiniana, la facciata, così come riportato dal cartiglio dedicatorio posto sul portale maggiore, raffigura il trionfo del Vessillo della Croce, con allusione, quindi all'esaltazione del sacro legno, la cui reliquia è conservata all'altare del transetto sinistro. Il complesso sistema figurativo dei telamoni che racchiude in sé tutte le culture e le provenienze umane (è raffigurata la Lupa capitolina, il dragone dei papa Borghese, soldati aragonesi e turchi) sottolinea la cattolicità della Chiesa e la potenza redentrice del Cristo su tutta l'umanità.
Piazza Duomo è molto bella di giorno ma è fantastica la notte quando la sua bellezza viene esaltata da una illuminazione appositamente studiata. Qui si trova la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta (il Duomo), il Campanile, l'Episcopio, e il Palazzo del Seminario. È il barocco a dominare nella centrale Piazza Duomo. Questo grande cortile, poi modificato, risale al tempo del vescovo Gerolamo Guidano. Ad esso si accede attraverso i propilei, realizzati verso la fine del XVIII secolo da Emanuele Manieri, essendo stati abbattuti gli originali muri d'ingresso. Piazza Duomo è uno dei rari esempi di "piazza chiusa", cioè completamente chiusa da tre lati e dispone soltanto di un accesso laddove Via Giuseppe Libertini incontra Via Vittorio Emanuele II. Un tempo, la sera le porte, delle quali ancora oggi sono visibili gli imponenti mozzi, venivano serrate. Che si tratti di un chiaro esempio di barocco è evidente anche dalla soluzione a dir poco teatrale della "falsa facciata". È sufficiente varcare la soglia del portale per ritrovarsi nella navata laterale della Chiesa. La cattedrale non accoglie, dunque, il visitatore di fronte, ma si trova collocata, rispetto all'ingresso della Piazza, in modo parallelo. La soluzione scenografica venne adottata per evitare che il visitatore si trovasse di fronte ad un muro piatto e senza decori. L'architetto leccese, che si adoperò per armonizzare l'arredo urbano, realizzò, ai lati dei propilei, i palazzi gemelli che, entrambi al piano terreno, palesano arcature a bugne lisce, oggi in parte chiuse o trasformate in porte e finestre. A sinistra della piazza si erge imponente il campanile, opera di Giuseppe Zimbalo, mentre al centro la cattedrale e, in posizione più arretrata, l'episcopio. Sulla destra, infine, si trova il seminario. Piazza Duomo è proprietà della Curia e non è suolo Comunale.
139 명의 현지인이 추천하는 곳
Piazza del Duomo
Piazza del Duomo
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Piazza Duomo è molto bella di giorno ma è fantastica la notte quando la sua bellezza viene esaltata da una illuminazione appositamente studiata. Qui si trova la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta (il Duomo), il Campanile, l'Episcopio, e il Palazzo del Seminario. È il barocco a dominare nella centrale Piazza Duomo. Questo grande cortile, poi modificato, risale al tempo del vescovo Gerolamo Guidano. Ad esso si accede attraverso i propilei, realizzati verso la fine del XVIII secolo da Emanuele Manieri, essendo stati abbattuti gli originali muri d'ingresso. Piazza Duomo è uno dei rari esempi di "piazza chiusa", cioè completamente chiusa da tre lati e dispone soltanto di un accesso laddove Via Giuseppe Libertini incontra Via Vittorio Emanuele II. Un tempo, la sera le porte, delle quali ancora oggi sono visibili gli imponenti mozzi, venivano serrate. Che si tratti di un chiaro esempio di barocco è evidente anche dalla soluzione a dir poco teatrale della "falsa facciata". È sufficiente varcare la soglia del portale per ritrovarsi nella navata laterale della Chiesa. La cattedrale non accoglie, dunque, il visitatore di fronte, ma si trova collocata, rispetto all'ingresso della Piazza, in modo parallelo. La soluzione scenografica venne adottata per evitare che il visitatore si trovasse di fronte ad un muro piatto e senza decori. L'architetto leccese, che si adoperò per armonizzare l'arredo urbano, realizzò, ai lati dei propilei, i palazzi gemelli che, entrambi al piano terreno, palesano arcature a bugne lisce, oggi in parte chiuse o trasformate in porte e finestre. A sinistra della piazza si erge imponente il campanile, opera di Giuseppe Zimbalo, mentre al centro la cattedrale e, in posizione più arretrata, l'episcopio. Sulla destra, infine, si trova il seminario. Piazza Duomo è proprietà della Curia e non è suolo Comunale.
L'anfiteatro romano, insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell'importanza raggiunta da Lupiae, l'antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C. La datazione del monumento è ancora oggetto di discussione e oscilla tra l'età augustea e quella traiano-adrianea. Il monumento venne scoperto durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d'Italia, effettuati nei primi anni del '900. Le operazioni di scavo per riportare alla luce i resti dell'anfiteatro iniziarono quasi subito, grazie alla volontà dell'archeologo salentino Cosimo De Giorgi e si protrassero sino al 1940. Attualmente è possibile ammirare solo un terzo dell'intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant'Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia.
84 명의 현지인이 추천하는 곳
레체 로마 원형 경기장
Piazza Sant'Oronzo
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L'anfiteatro romano, insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell'importanza raggiunta da Lupiae, l'antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C. La datazione del monumento è ancora oggetto di discussione e oscilla tra l'età augustea e quella traiano-adrianea. Il monumento venne scoperto durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d'Italia, effettuati nei primi anni del '900. Le operazioni di scavo per riportare alla luce i resti dell'anfiteatro iniziarono quasi subito, grazie alla volontà dell'archeologo salentino Cosimo De Giorgi e si protrassero sino al 1940. Attualmente è possibile ammirare solo un terzo dell'intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant'Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia.
Il teatro romano di Lecce è un monumento di epoca romana situato nel centro storico della città. Di incerta datazione, il teatro è assegnato al periodo augusteo. Il teatro romano di Lecce fu casualmente scoperto nel 1929, durante alcuni lavori eseguiti nei giardini di due palazzi storici della città (palazzo D'Arpe e palazzo Romano). Gli scavi effettuati riportarono alla luce la cavea (diametro esterno 40 m; diametro interno 19 m) che, ricavata in un banco di roccia, fu rivestita in opera quadrata. Essa è divisa in sei cunei da cinque scalette radiali dei cui gradini ogni coppia corrisponde ad uno di quelli riservati agli spettatori. Ogni cuneo è costituito da dodici gradoni (altezza 0,35 m; profondità 0,75 m circa), molti dei quali restaurati. Alla zona dell'orchestra, che era il luogo riservato all'evoluzione del coro, si accedeva mediante una stretta galleria coperta. Davanti all'orchestra, pavimentata a lastre rettangolari di calcare bianco, si notano tre larghi gradini che girano a semicerchio sui quali venivano, all'occorrenza, collocati seggi mobili riservati ai notabili. Dietro i gradini è presente un muretto (balteus) e, dietro l'orchestra, oltre al canale destinato a raccogliere il sipario, è presente la scena (altezza dal piano dell'orchestra 0,70; profondità 7,70 m; larghezza 30 m). D'incerta datazione, il monumento è assegnato al periodo augusteo, al quale apparterrebbero alcuni frammenti della decorazione fittile del balteus, mentre all'età degli Antonini si vuole risalgano le statue marmoree che adornavano il teatro. Attualmente tutti i reperti facenti parte del teatro romano di Lecce sono custoditi nell'adiacente museo omonimo. Si suppone infine che il teatro fosse capace di ospitare un pubblico di oltre 5.000 spettatori, per il quale venivano rappresentate tragedie e commedie.
58 명의 현지인이 추천하는 곳
Teatro Romano di Lecce
Via Del Teatro Romano
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Il teatro romano di Lecce è un monumento di epoca romana situato nel centro storico della città. Di incerta datazione, il teatro è assegnato al periodo augusteo. Il teatro romano di Lecce fu casualmente scoperto nel 1929, durante alcuni lavori eseguiti nei giardini di due palazzi storici della città (palazzo D'Arpe e palazzo Romano). Gli scavi effettuati riportarono alla luce la cavea (diametro esterno 40 m; diametro interno 19 m) che, ricavata in un banco di roccia, fu rivestita in opera quadrata. Essa è divisa in sei cunei da cinque scalette radiali dei cui gradini ogni coppia corrisponde ad uno di quelli riservati agli spettatori. Ogni cuneo è costituito da dodici gradoni (altezza 0,35 m; profondità 0,75 m circa), molti dei quali restaurati. Alla zona dell'orchestra, che era il luogo riservato all'evoluzione del coro, si accedeva mediante una stretta galleria coperta. Davanti all'orchestra, pavimentata a lastre rettangolari di calcare bianco, si notano tre larghi gradini che girano a semicerchio sui quali venivano, all'occorrenza, collocati seggi mobili riservati ai notabili. Dietro i gradini è presente un muretto (balteus) e, dietro l'orchestra, oltre al canale destinato a raccogliere il sipario, è presente la scena (altezza dal piano dell'orchestra 0,70; profondità 7,70 m; larghezza 30 m). D'incerta datazione, il monumento è assegnato al periodo augusteo, al quale apparterrebbero alcuni frammenti della decorazione fittile del balteus, mentre all'età degli Antonini si vuole risalgano le statue marmoree che adornavano il teatro. Attualmente tutti i reperti facenti parte del teatro romano di Lecce sono custoditi nell'adiacente museo omonimo. Si suppone infine che il teatro fosse capace di ospitare un pubblico di oltre 5.000 spettatori, per il quale venivano rappresentate tragedie e commedie.
Il ''Museo Faggiano" è un edificio storico - archeologico privato ubicato nel centro storico di Lecce. Tutto e` nato quasi per caso nel 2001, quando il proprietario dell`immobile, Luciano Faggiano, fu costretto a rompere i pavimenti allo scopo di cambiare i tubi della fogna che, essendo vecchi, procuravano continua umidita`ai muri. E fu proprio durante i suddetti lavori che iniziarono a riaffiorare testimonianze storico-archeologiche di notevole interesse,che testimoniano la presenza di popoli antichi succedutisi nel tempo. Si prosegui` allora con un lavoro di restauro (terminato nel dicembre del 2007) effettuato per intero dalla famiglia Faggiano con la supervisione della Soprintendenza dei beni archeologici di Taranto e sotto la guida degli architetti Franco e Maria Antonietta De Paolis, che ha portato la messa a nudo del banco roccioso e lo svuotamento di tutte le opere scavate in roccia, rendendo quindi la casa un vero e proprio sito archeologico, in cui si possono ammirare piu` di 2000 anni di storia. Si e` scoperto inoltre che la casa, un tempo, era un antico convento di suore chiuso poi intorno al XVI-XVII secolo. Sono state recuperate, rese visibili e visitabili dei vani cantina, un pavimento presumibilmente di epoca messapica (V sec. a.C.) con dei fori circolari scavati nella roccia che servivano per la costruzione delle capanne, una grande cisterna scavata in roccia a sezione campaniforme a pianta ovale risalente al XV-XVI secolo, un`altra cisterna a pianta rettangolare, un ampio silos a pianta circolare utilizzato per conservare grano e derrate in epoca medievale . Gli scavi hanno dato luce a resti di una struttura muraria, una vasca a pianta circolare, un`altra cisterna molto ampia, un pozzo profondo 10 metri dal quale si puo' vedere l'acqua del fiume Idume, una cisterna a pianta quadrilatera, una vasca rettangolare e numerosi anfratti scavati in roccia. Tra le opere scavate in roccia si puo` ammirare una piccola tomba di bambino, una tomba grande comune , un essiccatoio in roccia usato per decomporre i morti, un tratto di strada sotterranea che collegava l`edificio ad altri siti. Si possono ammirare ancora molti reperti ceramici e murature parlanti che raccontano storie, sentimenti e memorie. Su richiesta, l`edificio puo` essere affittato per eventi privati, mostre, riunioni, location, cerimonie, esposizioni. Il biglietto costa € 3,00 a persona
59 명의 현지인이 추천하는 곳
무세오파지아노
56 Via Ascanio Grandi
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Il ''Museo Faggiano" è un edificio storico - archeologico privato ubicato nel centro storico di Lecce. Tutto e` nato quasi per caso nel 2001, quando il proprietario dell`immobile, Luciano Faggiano, fu costretto a rompere i pavimenti allo scopo di cambiare i tubi della fogna che, essendo vecchi, procuravano continua umidita`ai muri. E fu proprio durante i suddetti lavori che iniziarono a riaffiorare testimonianze storico-archeologiche di notevole interesse,che testimoniano la presenza di popoli antichi succedutisi nel tempo. Si prosegui` allora con un lavoro di restauro (terminato nel dicembre del 2007) effettuato per intero dalla famiglia Faggiano con la supervisione della Soprintendenza dei beni archeologici di Taranto e sotto la guida degli architetti Franco e Maria Antonietta De Paolis, che ha portato la messa a nudo del banco roccioso e lo svuotamento di tutte le opere scavate in roccia, rendendo quindi la casa un vero e proprio sito archeologico, in cui si possono ammirare piu` di 2000 anni di storia. Si e` scoperto inoltre che la casa, un tempo, era un antico convento di suore chiuso poi intorno al XVI-XVII secolo. Sono state recuperate, rese visibili e visitabili dei vani cantina, un pavimento presumibilmente di epoca messapica (V sec. a.C.) con dei fori circolari scavati nella roccia che servivano per la costruzione delle capanne, una grande cisterna scavata in roccia a sezione campaniforme a pianta ovale risalente al XV-XVI secolo, un`altra cisterna a pianta rettangolare, un ampio silos a pianta circolare utilizzato per conservare grano e derrate in epoca medievale . Gli scavi hanno dato luce a resti di una struttura muraria, una vasca a pianta circolare, un`altra cisterna molto ampia, un pozzo profondo 10 metri dal quale si puo' vedere l'acqua del fiume Idume, una cisterna a pianta quadrilatera, una vasca rettangolare e numerosi anfratti scavati in roccia. Tra le opere scavate in roccia si puo` ammirare una piccola tomba di bambino, una tomba grande comune , un essiccatoio in roccia usato per decomporre i morti, un tratto di strada sotterranea che collegava l`edificio ad altri siti. Si possono ammirare ancora molti reperti ceramici e murature parlanti che raccontano storie, sentimenti e memorie. Su richiesta, l`edificio puo` essere affittato per eventi privati, mostre, riunioni, location, cerimonie, esposizioni. Il biglietto costa € 3,00 a persona
Il Museo provinciale "Sigismondo Castromediano" è un museo archeologico di Lecce, dotato anche di una piccola pinacoteca e di un lapidario. È il museo più antico della Puglia[1], fondato nel 1868 da Sigismondo Castromediano, duca di Cavallino; conserva numerose testimonianze della civiltà messapica e degli insediamenti romani. Nella sezione preistorica è stata ricostruita la Grotta dei Cervi di Porto Badisco, con interessanti pitture rupestri. Nella pinacoteca, situata al piano superiore del palazzo, sono esposti dipinti che documentano gli influssi bizantini e veneziani sul lavoro degli artisti locali, dal medioevo fino al XVIII secolo (opere di Lorenzo Veneziano, Alvise Vivarini, Bartolomeo Vivarini, Paolo Finoglio, Pacecco De Rosa, Agostino Beltrano, Giovanni Andrea Coppola, Antonio Verrio, Andrea Malinconico, Nicola Malinconico, Corrado Giaquinto, Francesco de Mura e Oronzo Tiso). Una sezione è dedicata alle cosiddette arti minori: ceramiche, vasellame, avori, bronzi e argenti di età barocca. Dopo la morte del duca Castromediano, il museo fu lasciato in balia di se stesso e molti reperti conservati al suo interno andarono ad arricchire altri musei d'Italia, tra cui quello di Taranto, che col tempo si arricchì al punto tale da diventare museo nazionale, a scapito del più antico museo di Lecce, che rimase sempre Museo provinciale. Da diversi anni, comunque, ha accresciuto notevolmente il proprio prestigio, specie per via dell'inaugurazione di un padiglione dedicato al grande tenore leccese Tito Schipa, famoso nel mondo.
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Museo Provinciale Sigismondo Castromediano
31 Viale Gallipoli
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Il Museo provinciale "Sigismondo Castromediano" è un museo archeologico di Lecce, dotato anche di una piccola pinacoteca e di un lapidario. È il museo più antico della Puglia[1], fondato nel 1868 da Sigismondo Castromediano, duca di Cavallino; conserva numerose testimonianze della civiltà messapica e degli insediamenti romani. Nella sezione preistorica è stata ricostruita la Grotta dei Cervi di Porto Badisco, con interessanti pitture rupestri. Nella pinacoteca, situata al piano superiore del palazzo, sono esposti dipinti che documentano gli influssi bizantini e veneziani sul lavoro degli artisti locali, dal medioevo fino al XVIII secolo (opere di Lorenzo Veneziano, Alvise Vivarini, Bartolomeo Vivarini, Paolo Finoglio, Pacecco De Rosa, Agostino Beltrano, Giovanni Andrea Coppola, Antonio Verrio, Andrea Malinconico, Nicola Malinconico, Corrado Giaquinto, Francesco de Mura e Oronzo Tiso). Una sezione è dedicata alle cosiddette arti minori: ceramiche, vasellame, avori, bronzi e argenti di età barocca. Dopo la morte del duca Castromediano, il museo fu lasciato in balia di se stesso e molti reperti conservati al suo interno andarono ad arricchire altri musei d'Italia, tra cui quello di Taranto, che col tempo si arricchì al punto tale da diventare museo nazionale, a scapito del più antico museo di Lecce, che rimase sempre Museo provinciale. Da diversi anni, comunque, ha accresciuto notevolmente il proprio prestigio, specie per via dell'inaugurazione di un padiglione dedicato al grande tenore leccese Tito Schipa, famoso nel mondo.
L’A.I.S.A.F. Onlus e l’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Lecce, d’intesa con il Settore Attività Museale e Cultura Storica Ferroviaria delle FS, nel 1999 promuovono la realizzazione di una struttura museale ferroviaria a Lecce, come strumento di valorizzazione dell’area urbana e del territorio provinciale e regionale, grazie alle potenzialità culturali e di richiamo turistico di una iniziativa di questo tipo. I musei dei trasporti, e ferroviari in particolare, sono diffusi e apprezzati in tutto il mondo, ma costituiscono una rarità in Italia, in particolare nel Meridione (dove esiste solo il Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa, presso Napoli). L’ubicazione a Lecce di un Museo Ferroviario assume particolare significato per la presenza della più estesa rete ferroviaria concessa d’Italia (le Ferrovie del Sud Est), ricca di notevoli peculiarità testimoniabili con la conservazione di vecchi rotabili ancora esistenti e adatta a un nuovo uso turistico e didattico per cui il museo potrà essere valido punto di riferimento.
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Railway Museum of Puglia
3 Via G. Codacci Pisanelli
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L’A.I.S.A.F. Onlus e l’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Lecce, d’intesa con il Settore Attività Museale e Cultura Storica Ferroviaria delle FS, nel 1999 promuovono la realizzazione di una struttura museale ferroviaria a Lecce, come strumento di valorizzazione dell’area urbana e del territorio provinciale e regionale, grazie alle potenzialità culturali e di richiamo turistico di una iniziativa di questo tipo. I musei dei trasporti, e ferroviari in particolare, sono diffusi e apprezzati in tutto il mondo, ma costituiscono una rarità in Italia, in particolare nel Meridione (dove esiste solo il Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa, presso Napoli). L’ubicazione a Lecce di un Museo Ferroviario assume particolare significato per la presenza della più estesa rete ferroviaria concessa d’Italia (le Ferrovie del Sud Est), ricca di notevoli peculiarità testimoniabili con la conservazione di vecchi rotabili ancora esistenti e adatta a un nuovo uso turistico e didattico per cui il museo potrà essere valido punto di riferimento.
La chiesa di Sant'Angelo, conosciuta anche come Santa Maria di Costantinopoli, è una delle chiese di origine più antica della città di Lecce. Edificata nel 1061 per gli agostiniani, venne ristrutturata nel XIV secolo. Nel 1663 le pessime condizioni strutturali spinsero a un rifacimento totale del complesso. Il prospetto, rimasto incompiuto nella parte superiore, presenta nella parte inferiore una ripartizione in cinque parti, mediante lesene doppie e colonne addossate al centro, con fusti scanalati decorati da puttini e fregi tra i capitelli. Gli spazi intermedi sono occupati da nicchie vuote incorniciate. Il portale d'ingresso centrale è coronato da un timpano curvilineo, al di sopra del quale è collocata una statua della Madonna col Bambino affiancata da due angeli. La porta rivestita di bronzo nel 1750, è opera di Emanuele Manieri, e reca, a rilievo, l'aquila bicipite dell'ordine degli agostiniani. La trabeazione, che divide orizzontalmente la facciata, riporta l'iscrizione, con le lettere sorrette da putti, aquile e leoni, Deiparae Constantinopolitanae ab initio dicatum et readificatum 1663. L'ordine superiore ripropone una tripartizione riprendendo i motivi del registro inferiore ed è occupato al centro da un finestrone.
Chiesa di Sant'Angelo
. Piazzetta SS. Addolorata
La chiesa di Sant'Angelo, conosciuta anche come Santa Maria di Costantinopoli, è una delle chiese di origine più antica della città di Lecce. Edificata nel 1061 per gli agostiniani, venne ristrutturata nel XIV secolo. Nel 1663 le pessime condizioni strutturali spinsero a un rifacimento totale del complesso. Il prospetto, rimasto incompiuto nella parte superiore, presenta nella parte inferiore una ripartizione in cinque parti, mediante lesene doppie e colonne addossate al centro, con fusti scanalati decorati da puttini e fregi tra i capitelli. Gli spazi intermedi sono occupati da nicchie vuote incorniciate. Il portale d'ingresso centrale è coronato da un timpano curvilineo, al di sopra del quale è collocata una statua della Madonna col Bambino affiancata da due angeli. La porta rivestita di bronzo nel 1750, è opera di Emanuele Manieri, e reca, a rilievo, l'aquila bicipite dell'ordine degli agostiniani. La trabeazione, che divide orizzontalmente la facciata, riporta l'iscrizione, con le lettere sorrette da putti, aquile e leoni, Deiparae Constantinopolitanae ab initio dicatum et readificatum 1663. L'ordine superiore ripropone una tripartizione riprendendo i motivi del registro inferiore ed è occupato al centro da un finestrone.

Essentials

Se durante il tuo soggiorno avrai bisogno di acquistare dei generi alimentari potrai farlo in questo supermercato distante circa 400 metri dall'appartamento. Esso si trova in via N. Sauro, nelle immediate vicinanze di Piazza Mazzini.
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Dok Supermercato
SNC Via Archita da Taranto
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Se durante il tuo soggiorno avrai bisogno di acquistare dei generi alimentari potrai farlo in questo supermercato distante circa 400 metri dall'appartamento. Esso si trova in via N. Sauro, nelle immediate vicinanze di Piazza Mazzini.

Parks & Nature

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Torre di Belloluogo
48 Via Vecchia Surbo
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주세페가리발디 공원 - 빌라코무날레
42 Via XXV Luglio
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여행 팁

교통편

Salento in bus

Se è la prima volta che si visita il Salento, o se stai organizzando di soggiornare in questa zona della Puglia per un breve periodo, "SalentoinBus" è il trasporto pubblico che fornisce un modo rapido ed economico per spostarsi nei paesini del Salento per visitare i monumenti più importanti ed i più rinomati siti di interesse turistico. Questo servizio viene offerto solo nei mesi estivi. Per consultare i prezzi e gli orari è possibile rivolgersi al city terminal, distante circa 600 metri dall'appartamento, o tramite il sito internet di cui non posso mettere il link perché vietato da Airbnb.