Ferrara e le sue meraviglie

Mariangela
Ferrara e le sue meraviglie

Visite turistiche

Ritornando verso il centro storico di Ferrara si passa per uno degli importanti edifici che si affaccia su Corso Giovecca: la palazzina Marfisa d’Este, la quale ospita frequentemente mostre di arte, come quella di Aqua Aura titolata Paesaggi Curvi. La Palazzina Marfisa d’Este è un piccola villa dallo stile discreto, costruita su volere di Francesco d’Este come residenza estiva cittadina. Originariamente lo stile era piuttosto sfarzoso ed era composta da una serie di loggiati, padiglioni e sale che in parte si possono ancora vedere. L’accesso ai giardini è libero, mentre alle sale interne si può accedere durante le mostre d’arte che ospita.
Palazzina di Marfisa d'Este
170 Corso della Giovecca
Ritornando verso il centro storico di Ferrara si passa per uno degli importanti edifici che si affaccia su Corso Giovecca: la palazzina Marfisa d’Este, la quale ospita frequentemente mostre di arte, come quella di Aqua Aura titolata Paesaggi Curvi. La Palazzina Marfisa d’Este è un piccola villa dallo stile discreto, costruita su volere di Francesco d’Este come residenza estiva cittadina. Originariamente lo stile era piuttosto sfarzoso ed era composta da una serie di loggiati, padiglioni e sale che in parte si possono ancora vedere. L’accesso ai giardini è libero, mentre alle sale interne si può accedere durante le mostre d’arte che ospita.
Ritorniamo in direzione del cuore del centro storico cittadino e passiamo davanti all’imponente facciata della Basilica di Santa Maria in Vado in via Borgovado 3. Il nome di questa basilica deriva da un vecchio corso d’acqua (guado) proveniente dal Po che passava poco distante dalla chiesa e che, nei secoli, venne coperto. Prima della basilica, in questa posizione, esisteva già nel X secolo una chiesetta. La leggenda narra che in questa chiesetta si verificò anche un miracolo: nel 1171 durante la messa di Pasqua il prete spezzò l’ostia e da questa fuoriuscì copioso del sangue che zampillò talmente tanto da bagnare anche la volta dell’altare. La basilica di Santa Maria in Vado venne poi costruita solo nel 1495 su volere del duca Ercole I d’Este, in seguito ad una parziale demolizione della struttura precedente. A quel periodo risale anche il portale in marmo che ancora oggi decora l’ingresso in mezzo ai mattoni che ne compongono la facciata. L’interno è suddiviso in tre navate, che purtroppo non possiamo visitare perché, come altre numerose chiese in città, non è aperta ininterrottamente durante il giorno e la troviamo chiusa. Se avete la fortuna di trovarla aperta non bisogna perdere il santuario del Preziosissimo Sangue, dotato di due scalette laterali che permettono di giungere a un livello rialzato sulla chiesa. Questo santuario incorpora anche la volta dove, durante il fatto miracoloso, si fermarono le macchie di sangue, che si possono vedere al meglio percorrendo la scala. Troviamo invece aperto l’ingresso al chiostro della chiesa di Santa Maria in Vado: un piccolo giardino verde racchiuso sui quattro lati dai porticati sorretti da colonne marmoree con capitelli. Questi spazi vengono utilizzati oggi per accedere ad una serie di spazi della curia, collegati alla vita parrocchiale.
Basilica Santa Maria in Vado
3 Via Borgovado
Ritorniamo in direzione del cuore del centro storico cittadino e passiamo davanti all’imponente facciata della Basilica di Santa Maria in Vado in via Borgovado 3. Il nome di questa basilica deriva da un vecchio corso d’acqua (guado) proveniente dal Po che passava poco distante dalla chiesa e che, nei secoli, venne coperto. Prima della basilica, in questa posizione, esisteva già nel X secolo una chiesetta. La leggenda narra che in questa chiesetta si verificò anche un miracolo: nel 1171 durante la messa di Pasqua il prete spezzò l’ostia e da questa fuoriuscì copioso del sangue che zampillò talmente tanto da bagnare anche la volta dell’altare. La basilica di Santa Maria in Vado venne poi costruita solo nel 1495 su volere del duca Ercole I d’Este, in seguito ad una parziale demolizione della struttura precedente. A quel periodo risale anche il portale in marmo che ancora oggi decora l’ingresso in mezzo ai mattoni che ne compongono la facciata. L’interno è suddiviso in tre navate, che purtroppo non possiamo visitare perché, come altre numerose chiese in città, non è aperta ininterrottamente durante il giorno e la troviamo chiusa. Se avete la fortuna di trovarla aperta non bisogna perdere il santuario del Preziosissimo Sangue, dotato di due scalette laterali che permettono di giungere a un livello rialzato sulla chiesa. Questo santuario incorpora anche la volta dove, durante il fatto miracoloso, si fermarono le macchie di sangue, che si possono vedere al meglio percorrendo la scala. Troviamo invece aperto l’ingresso al chiostro della chiesa di Santa Maria in Vado: un piccolo giardino verde racchiuso sui quattro lati dai porticati sorretti da colonne marmoree con capitelli. Questi spazi vengono utilizzati oggi per accedere ad una serie di spazi della curia, collegati alla vita parrocchiale.
Continuando a muoverci tra una chiesa e l’altra di Ferrara arriviamo davanti alla facciata della chiesa di San Girolamo, in via Savonarola. L’attuale chiesa è degli inizi del XVIII secolo, ma venne costruita sui resti di una precedente chiesa del 1428 affiancata all’oratorio dei gesuati della seconda metà del XIV secolo. La facciata della chiesa di San Girolamo è estremamente semplice e, anch’essa, costruita in mattoni. In due nicchie laterali sono ospitate le statue di Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce. Al centro invece è presente l’unico elemento in marmo, oltre i quattro capitelli delle colonne che raggiungono il timpano della chiesa di San Girolamo: il portale. Questo venne prelevato dall’antica chiesa di Sant’Anna, annessa all’ospedale dell’epoca nell’omonima zona cittadina. Nel giardino antistante la chiesa sono adagiate le sei guglie che caratterizzavano la facciata. Queste si trovano qui per motivi di sicurezza, in seguito al terremoto del 2012. L’interno della chiesa di San Girolamo è a navata unica e nasconde il corpo del beato Giovanni Tavelli, vescovo cattolico che fondò l’ordine dei gesuati. Il suo corpo venne trasportato qui nel settecento e inizialmente posizionato in una cripta, poi posto sotto l’altare maggiore e infine spostato nell’altare del crocifisso.
Chiesa Di San Girolamo
2-4 Piazzetta Giovanni da Tossignano
Continuando a muoverci tra una chiesa e l’altra di Ferrara arriviamo davanti alla facciata della chiesa di San Girolamo, in via Savonarola. L’attuale chiesa è degli inizi del XVIII secolo, ma venne costruita sui resti di una precedente chiesa del 1428 affiancata all’oratorio dei gesuati della seconda metà del XIV secolo. La facciata della chiesa di San Girolamo è estremamente semplice e, anch’essa, costruita in mattoni. In due nicchie laterali sono ospitate le statue di Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce. Al centro invece è presente l’unico elemento in marmo, oltre i quattro capitelli delle colonne che raggiungono il timpano della chiesa di San Girolamo: il portale. Questo venne prelevato dall’antica chiesa di Sant’Anna, annessa all’ospedale dell’epoca nell’omonima zona cittadina. Nel giardino antistante la chiesa sono adagiate le sei guglie che caratterizzavano la facciata. Queste si trovano qui per motivi di sicurezza, in seguito al terremoto del 2012. L’interno della chiesa di San Girolamo è a navata unica e nasconde il corpo del beato Giovanni Tavelli, vescovo cattolico che fondò l’ordine dei gesuati. Il suo corpo venne trasportato qui nel settecento e inizialmente posizionato in una cripta, poi posto sotto l’altare maggiore e infine spostato nell’altare del crocifisso.
Siamo così finalmente nella piazza più celebre e grande della città di Ferrara: piazza Trento e Trieste, anche conosciuta come piazza delle Erbe. La piazza si venne a creare con la costruzione del duomo cittadino, in epoca medievale, e divenne presto il cuore del centro storico sul quale si affacciavano i principali edifici del potere e in cui andava in scena il mercato cittadino. Al centro della piazza, di forma rettangolare, è presente un lungo marciapiede lungo 120 metri conosciuto come il Listone. Alla sua destra, affiancato al duomo cittadino, corre la loggia dei Merciai in cui da sempre vengono ospitate le botteghe dei mercanti e in cui ancora oggi si trovano negozietti e piccole attività commerciali. Su piazza Trento e Trieste si affacciano anche altri importanti palazzi, come il palazzo San Crispino, la torre della Vittoria, il palazzo della ragione, il teatro nuovo utilizzato anche come cinema, il palazzo municipale e l’ex chiesa di San Romano.
Piazza Trento - Trieste
Piazza Trento - Trieste
Siamo così finalmente nella piazza più celebre e grande della città di Ferrara: piazza Trento e Trieste, anche conosciuta come piazza delle Erbe. La piazza si venne a creare con la costruzione del duomo cittadino, in epoca medievale, e divenne presto il cuore del centro storico sul quale si affacciavano i principali edifici del potere e in cui andava in scena il mercato cittadino. Al centro della piazza, di forma rettangolare, è presente un lungo marciapiede lungo 120 metri conosciuto come il Listone. Alla sua destra, affiancato al duomo cittadino, corre la loggia dei Merciai in cui da sempre vengono ospitate le botteghe dei mercanti e in cui ancora oggi si trovano negozietti e piccole attività commerciali. Su piazza Trento e Trieste si affacciano anche altri importanti palazzi, come il palazzo San Crispino, la torre della Vittoria, il palazzo della ragione, il teatro nuovo utilizzato anche come cinema, il palazzo municipale e l’ex chiesa di San Romano.
Altro monumento celebre della provincia emiliana è il castello Estense che dista appena pochi passi da piazza Trento e Trieste. La costruzione dell’edificio cominciò nel 1385 e venne pensato come un palazzo che permettesse allo stesso tempo un controllo politico e militare sulla città. L’esigenza nacque successivamente a una rivolta popolare avvenuta lo stesso anno che portò la famiglia d’Este a correre subito ai ripari con la costruzione di un edificio di rappresentanza ma che fosse anche oppressivo nei confronti di questo tipo di fenomeni. Per il suo finanziamento Niccolò II d’Este diede mandato al consigliere Tommaso da Tortona di riscuotere ulteriori tasse dalla città, ma ciò scatenò il malcontento popolare. I ferraresi si scagliarono contro Tommaso da Tortona, che venne ucciso durante una rivolta e poi dato alle fiamme. Nonostante ciò il castello venne comunque costruito intorno a una torre di avvistamento già presente in questo luogo, chiamata torre dei Leoni e risalente al XIII secolo. La torre faceva parte dell’antica cinta muraria cittadina, per cui fu necessario erigere altre tre torri e chiudere un quadrilatero di mura intorno a queste per poter portare a compimento il castello. Per garantire maggiore protezione al castello venne anche scavato il fossato che tuttora lo circonda e aperti i ponti levatoi che permettevano e permettono tuttora l’ingresso al castello estense.
80 명의 현지인이 추천하는 곳
에스테 성
1 L.go Castello
80 명의 현지인이 추천하는 곳
Altro monumento celebre della provincia emiliana è il castello Estense che dista appena pochi passi da piazza Trento e Trieste. La costruzione dell’edificio cominciò nel 1385 e venne pensato come un palazzo che permettesse allo stesso tempo un controllo politico e militare sulla città. L’esigenza nacque successivamente a una rivolta popolare avvenuta lo stesso anno che portò la famiglia d’Este a correre subito ai ripari con la costruzione di un edificio di rappresentanza ma che fosse anche oppressivo nei confronti di questo tipo di fenomeni. Per il suo finanziamento Niccolò II d’Este diede mandato al consigliere Tommaso da Tortona di riscuotere ulteriori tasse dalla città, ma ciò scatenò il malcontento popolare. I ferraresi si scagliarono contro Tommaso da Tortona, che venne ucciso durante una rivolta e poi dato alle fiamme. Nonostante ciò il castello venne comunque costruito intorno a una torre di avvistamento già presente in questo luogo, chiamata torre dei Leoni e risalente al XIII secolo. La torre faceva parte dell’antica cinta muraria cittadina, per cui fu necessario erigere altre tre torri e chiudere un quadrilatero di mura intorno a queste per poter portare a compimento il castello. Per garantire maggiore protezione al castello venne anche scavato il fossato che tuttora lo circonda e aperti i ponti levatoi che permettevano e permettono tuttora l’ingresso al castello estense.
Tra i palazzi simbolo di Ferrara c’è il palazzo dei Diamanti, leggermente fuori dal cuore del centro storico cittadino, nell’addizione erculea ovvero nel quartiere creato tra il XV e il XVI secolo su iniziativa di Ercole I d’Este. Il palazzo dei Diamanti deve il suo nome alla particolare copertura delle facciate, in cui una successione di piccole piramidi scandisce il profilo dell’edificio. A dare successo a questo edificio è proprio il bugnato delle pareti esterne che richiama la forma della punta di diamanti. A comporlo sono circa 8500 pezzi di marmo bianco venato di rosa. Osservandoli attentamente si può notare che non tutti puntano nella stessa direzione, ma ci sono delle microscopiche inclinazioni che catturano la luce in maniera differente e la ridistribuiscono sulle facciate del palazzo. Il suo stile tipicamente rinascimentale è ripreso anche nel cortile interno in cui il chiostro alterna uno spazio verde a un lato di portici con colonne in marmo. Al centro del chiostro è presente un piccolo pozzo, sempre in marmo, che caratterizza numerosi cortili dei palazzi ferraresi. Venne progettato da Biagio Rossetti nel 1492 su richiesta di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I d’Este. I lavori cominciarono a stretto giro e si svolsero tra il 1493 e il 1503. Anche il palazzo dei Diamanti venne inizialmente utilizzato come residenza di alcuni componenti della famiglia d’Este, periodo durante il quale vennero create la maggior parte delle decorazioni interne come il soffitto a cassettoni e i fregi della sala matrimoniale e della stanza del parto. Alla fine del cinquecento vennero creati anche i dipinti che caratterizzarono la sala del poggiolo e che ora si trovano nella galleria estense di Modena. Nel 1641 il palazzo dei diamanti venne venduto da Francesco I d’Este al marchese Guido I Villa che ne fece la residenza della sua famiglia, tanto che nella pinacoteca sono ancora presenti alcuni quadri di ritratti di questa famiglia. Solo nel 1832 la proprietà dell’edificio passò al comune di Ferrara, che lo acquistò per allestire al suo interno la pinacoteca e l’ateneo civico, dando inizio agli allestimenti museali che continuano ancora oggi con mostre temporanee affiancate alla pinacoteca.
63 명의 현지인이 추천하는 곳
디아만티 궁전
21 Corso Ercole I d'Este
63 명의 현지인이 추천하는 곳
Tra i palazzi simbolo di Ferrara c’è il palazzo dei Diamanti, leggermente fuori dal cuore del centro storico cittadino, nell’addizione erculea ovvero nel quartiere creato tra il XV e il XVI secolo su iniziativa di Ercole I d’Este. Il palazzo dei Diamanti deve il suo nome alla particolare copertura delle facciate, in cui una successione di piccole piramidi scandisce il profilo dell’edificio. A dare successo a questo edificio è proprio il bugnato delle pareti esterne che richiama la forma della punta di diamanti. A comporlo sono circa 8500 pezzi di marmo bianco venato di rosa. Osservandoli attentamente si può notare che non tutti puntano nella stessa direzione, ma ci sono delle microscopiche inclinazioni che catturano la luce in maniera differente e la ridistribuiscono sulle facciate del palazzo. Il suo stile tipicamente rinascimentale è ripreso anche nel cortile interno in cui il chiostro alterna uno spazio verde a un lato di portici con colonne in marmo. Al centro del chiostro è presente un piccolo pozzo, sempre in marmo, che caratterizza numerosi cortili dei palazzi ferraresi. Venne progettato da Biagio Rossetti nel 1492 su richiesta di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I d’Este. I lavori cominciarono a stretto giro e si svolsero tra il 1493 e il 1503. Anche il palazzo dei Diamanti venne inizialmente utilizzato come residenza di alcuni componenti della famiglia d’Este, periodo durante il quale vennero create la maggior parte delle decorazioni interne come il soffitto a cassettoni e i fregi della sala matrimoniale e della stanza del parto. Alla fine del cinquecento vennero creati anche i dipinti che caratterizzarono la sala del poggiolo e che ora si trovano nella galleria estense di Modena. Nel 1641 il palazzo dei diamanti venne venduto da Francesco I d’Este al marchese Guido I Villa che ne fece la residenza della sua famiglia, tanto che nella pinacoteca sono ancora presenti alcuni quadri di ritratti di questa famiglia. Solo nel 1832 la proprietà dell’edificio passò al comune di Ferrara, che lo acquistò per allestire al suo interno la pinacoteca e l’ateneo civico, dando inizio agli allestimenti museali che continuano ancora oggi con mostre temporanee affiancate alla pinacoteca.

여행 팁

놓치면 후회하는 장소/활동

Cenni storici di Ferrara

Nonostante le sue origini si fondino nel VII secolo, Ferrara ha avuto un grosso sviluppo grazie alla famiglia Este, che ha trasformato la città in un grande centro artistico, culturale e politico, grazie anche ai loro collegamenti (familiari) con la città di Mantova, raggiungibile attraverso la navigazione sul fiume Po. Il Ducato di Ferrara diede quindi una grossa spinta allo sviluppo del territorio, che è stato riconosciuto anche patrimonio dell’UNESCO nel 1999 come città del Rinascimento.